Il referendum del prossimo autunno sulle riforme della Costituzione non sarà la fine del mondo, non sarà l’apocalisse, con qualsiasi risultato la vita continuerà…….ma ci troviamo comunque davanti ad un’occasione importante per il nostro Paese.
I cittadini non venivano chiamati ad esprimersi su una proposta di riforma della nostra Carta fondamentale dal lontano 2006, e quella votazione si svolse peraltro in un contesto storico e sociale profondamente diverso da quello attuale.
Oggi la crisi del sistema politico ha logorato in profondità il rapporto tra cittadini ed istituzioni, mentre parallelamente e contemporaneamente la crisi socioeconomica ha logorato in modo drammatico la qualità della vita di tantissimi cittadini, ed altrettanto o più ancora ha logorato le loro speranze nel futuro.
Oggi non occorre più spiegare a nessuno – secondo un’immagine che ha avuto tanta fortuna– che un battito d’ali di una farfalla provoca una tempesta in un’altra parte del mondo: tutti sanno quanto i problemi tragici che affollano il tavolo delle nostre società – debito, profughi, terrorismo – abbiano radici geopolitiche anche lontane nel tempo e nello spazio, e purtuttavia quanto poi ricadano con drammatica concretezza nella nostra vita di tutti i giorni.
Di fronte all’aggravarsi delle diseguaglianze sociali ed all’inasprirsi dei conflitti geopolitici la democrazia stessa viene rimessa in discussione, come si vede in tanti Paesi.
Il senso di impotenza che attanaglia molti è legato alla precisa consapevolezza che a fronte di problemi globali, di enorme vastità e portata, non disponiamo di strumenti neppur minimamente adeguati a risolvere i detti problemi, non disponiamo di strumenti globali efficaci.
le difficoltà odierne si supereranno quando tanti cittadini, oggi silenti sfiduciati ed assenti, rimetteranno piede nello spazio pubblico e daranno il loro contributo, quando al tavolo della politica e dell’impegno civile si siederanno tante preziose intelligenze e coscienze oggi lontane e disinteressate.
La riforma della Costituzione in esame mira ad una razionalizzazione del nostro sistema istituzionale, una razionalizzazione che può rendere il sistema di governo più efficiente, e per questa ragione più credibile agli occhi di tanti cittadini. Il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento di CNEL e province sono moneta corrente nel dibattito pubblico da decenni, ed ora abbiamo un’occasione per passare dalle parole ai fatti, per concretizzare istanze di semplificazione e razionalizzazione ampiamente diffuse.
Si può non condividere nel merito la proposta o singoli punti della proposta, ma di certo ci troviamo di fronte ad una potente occasione per chiamare tanti cittadini ad appassionarsi al futuro della nostra comunità: qui non si decide il destino politico di un leader o di un partito o di un governo, qui è in ballo l’assetto istituzionale del nostro Paese per i prossimi decenni.
Abbiamo deciso di creare un comitato per il sì perché vogliamo dare il nostro contributo, per modesto che sia, a questa importante battaglia civile.
La rete perdavvero è nata per occuparsi di temi concreti, per portare il più possibile nella politica la competenza l’esperienza e la passione di chi studia i problemi della società, con umiltà e tenacia: dunque punteremo ai contenuti del referendum, approfondiremo i singoli punti, sviscereremo la proposta in ogni suo aspetto.
Non condividiamo l’opinione per la quale le riforme istituzionali verrebbero dopo quelle socioeconomiche: in realtà chi lavora, progetta, produce, assume persone, crea posti di lavoro ha bisogno di operare in un contesto istituzionale efficiente e credibile, ed in un contesto di relazioni fondato sulla fiducia.
Molti di coloro che sostengono il no al referendum affermano che i risparmi di spesa pubblica per il taglio delle “poltrone” previsto dalla riforma sarà modesto: rispondiamo che il costo del ceto politico nel suo complesso ad oggi incide in realtà in modo limitato sull’economia nazionale, e che il taglio di “poltrone” superflue risponde, oltre che a esigenze di finanza pubblica, ad esigenze di equità sociale, al bisogno di restituire credibilità al sistema politico agli occhi dei cittadini.
Ci confronteremo nel merito con chi vorrà su questi temi, e su tutti i temi legati al referendum.
Dunque questo voto al referendum costituzionale rappresenta un’occasione preziosa per riformare ed ammodernare il nostro sistema istituzionale, ed altresì per rilanciare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.
Lavoreremo per la vittoria del sì e lavoreremo affinché tanti cittadini si appassionino al tema, daremo il nostro contributo affinché ognuno possa farsi una propria opinione, nel merito ed a prescindere dagli schieramenti politici: la vera sfida è questa, è diffondere strumenti critici di conoscenza da mettere a disposizione di tutti, è dare fiato e gambe alla passione civile.
Per il comitato PerDavveroSI’
Roberto Giorgi Ronchi